Vita lunga, fiato corto

VITA LUNGA, FIATO CORTO

Questa volta parliamo di cuore. Si tratta di un organo vitale del corpo umano, posto al centro del torace, in grado di “battere” (cioè contrarsi e rilasciarsi) per tutta la durata della nostra vita. L’attività cardiaca consente a tutti gli altri organi del corpo di svolgere le proprie funzioni , proprio per questo motivo l’immagine di un cuore pulsante (pensiamo all’ecografia in gravidanza) si identifica con la vita stessa. Nella cultura popolare si fa riferimento al cuore quando si parla di amore, coraggio, generosità. Per la medicina , meno poeticamente, il cuore è una “pompa” costituita da un particolare tipo di tessuto muscolare, sempre in attività, che rende possibile la circolazione del sangue del corpo umano. In particolare il sangue viene “pompato” dal cuore verso gli organi periferici (ad esempio: i muscoli) attraverso le arterie e ritorna al cuore mediante le vene. Col passare degli anni l’efficienza e le prestazioni di questo incredibile “motore” che abbiamo nel torace,  purtroppo,  tendono a diminuire oppure a ridursi drasticamente quando il cuore si ammala. A questo punto banali atti della vita quotidiana come salire le scale, fare una passeggiata, o semplicemente alzarsi dalla poltrona per andare al bagno diventano difficili, se non impossibili da compiere … per mancanza di fiato. In termini medici si parla di dispnea da sforzo e scompenso cardiaco: il cuore non è più in grado di garantire un adeguato flusso  di ossigeno agli organi periferici e l’organismo reagisce aumentando la frequenza degli atti respiratori. Mantenere una funzione cardiaca integra anche in età avanzata rappresenta una delle due condizioni indispensabili (l’altra è la lucidità mentale) per garantire al paziente anziano autonomia personale e buona qualità di vita. Se si escludono le cardiopatie congenite, presenti fin dalla nascita, i veri nemici del cuore sono l’ipertensione arteriosa, il diabete, il fumo, l’eccesso ponderale e la mancanza di esercizio fisico. Nel corso della vita, se non adeguatamente trattati, questi fattori di rischio causeranno un progressivo danno al nostro cuore che potrà manifestarsi i maniera acuta e drammatica (infarto miocardico) o in modo graduale , ma comunque a prognosi infausta (scompenso cardiaco).La terapia medica prescritta ai pazienti affetti da diabete o ipertensione, come anche  le raccomandazioni riguardo allo stile di vita (fumo, eccessi alimentari, sedentarietà), hanno proprio l’obiettivo di preservare la funzione cardiaca e permettere così al paziente anziano di vivere senza la quotidiana e frustrante esperienza del “fiato corto”, responsabile di progressive rinunce e ritiro sociale. A proposito di terapie, i farmaci usati per la cura delle malattie cardiovascolari sono numerosi e richiedono un costante impegno da parte del medico e del paziente per monitorare benefici e effetti collaterali, invece, per quanto riguarda i consigli sullo stile di vita, questi sono semplici ma difficili da seguire: smettere di fumare è complicato a tutte le età, a tavola, come dicevo l’altra volta, si può allegramente continuare ad esagerare in barba al tempo che passa e, infine, un adulto pigro raramente diventa anziano sportivo … In questi ultimi anni, tuttavia, l’importanza dell’attività fisica per il mantenimento della salute è divenuto un principio riconosciuto in ogni settore della società, si moltiplicano quindi le offerte di corsi di “ginnastica per la terza età” .Ovviamente tutto questo va benissimo, a patto di non inserire un elemento di stress (altro nemico del cuore) nella giornata del nostro paziente anziano, ma dinamico, che, tra corse dietro i nipotini, allenamenti in palestra e magari gare di ballo, rischia di strafare. A volte può bastare  un passeggiata quotidiana in compagnia … e il cuore ringrazierà.

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