Quando dormire diventa un problema

Ogni essere umano trascorre quasi un terzo della propria vita dormendo. Gli studi clinici , ma anche l’esperienza comune, concordano nel considerare il sonno una componente fondamentale per il mantenimento della buona salute. Se al mattino ci sentiamo pronti ad affrontare la giornata , carichi di energia e perfettamente in grado di riprendere le nostre attività, ciò è dovuto anche ai benefici che una buona dormita regala all’organismo. D’altra parte , se il sonno viene a mancare, o è di cattiva qualità, sono moltissime le conseguenze negative per la salute: stanchezza, ansia, irritabilità, mancanza di concentrazione e memoria, turbe dell’appetito, fino a modificazioni importanti di parametri vitali come frequenza cardiaca e valori pressori. Col passare degli anni aumenta progressivamente il numero dei soggetti che riferiscono problemi collegati al sonno, nella popolazione anziana più della metà dei pazienti lamentano difficoltà nell’addormentamento, risvegli precoci o sonno frammentato, superficiale, con sensazione di malessere al risveglio. La perdita di un adeguato riposo notturno può divenire un serio problema di salute nell’anziano, poiché alla fisiologica riduzione delle ore di sonno (in media gli anziani dormono meno degli adulti e ancor meno rispetto ai giovani) si può aggiungere la presenza di numerose patologie che interferiscono con il sonno: l’ipertrofia prostatica che costringe a ripetuti risvegli per andare al bagno, l’artrosi a carico della colonna vertebrale che ostacola il mantenimento di posture adeguate durante il riposo notturno, difficoltà respiratorie nei pazienti con scompenso cardiaco o bronchite cronica ostruttiva, stati depressivi o situazioni ambientali sfavorevoli (rumore , promiscuità, stimoli luminosi…). In alcuni casi recuperare un sonno profondo e ristoratore costituisce l’obiettivo principale del paziente e del medico che lo ha in cura, l’utilizzo di farmaci per queste problematiche è molto diffuso, ma richiede sempre cautela per i possibili effetti collaterali (uno fra tutti: la riduzione del tono muscolare, causata dai sonniferi, può facilitare le cadute nell’anziano) E’ invece privo di rischi e sempre utile  mettere in pratica una serie di accorgimenti comportamentali (la cosiddetta igiene del sonno) che sono in grado dare almeno un sollievo parziale a questi pazienti. Ecco alcuni consigli: la stanza dove si dorme deve essere buia, silenziosa e a temperatura gradevole, evitare fumo, alcool,  caffè e cene abbondanti prima di andare a dormire, evitare esercizio fisico intenso in tarda serata, mantenere orari regolari e costante il tempo trascorso a letto di notte, evitare i sonnellini diurni … magari davanti al televisore. Un’altra importante patologia del sonno è quella segnalata di regola dal convivente del paziente: il russamento con apnee notturne, spesso associata a obesità, questa anomalia può essere di grave pregiudizio per la salute in quanto causa di ridotta ossigenazione dei tessuti, disturbi del ritmo cardiaco e sonnolenza diurna, attualmente siamo in grado di correggere questo difetto mediante un dispositivo applicato alle vie respiratorie durante la notte con ottimi risultati. Infine, nel caso della persona anziana ma senza particolari problemi di salute, le ore di sonno perdute potrebbero essere considerate come tempo a disposizione per la riflessione, l’esercizio della memoria, l’analisi dei propri ricordi i quali sicuramente, complice l’età avanzata e lo specifico momento della giornata (la notte), saranno rivissuti in forma attenuata riguardo ai contenuti di malinconia o serenità.

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