Anziani e apparato urinario

Esiste un disturbo che diventa sempre più comune col crescere dell’età: il bisogno di svuotare la vescica diventa più frequente sia di giorno che di notte e con i caratteri dell’urgenza, molte persone anziane, proprio per questo motivo, riducono gli spostamenti e la vita di relazione se sanno di non avere vicino e a disposizione una toilette.     Ma andiamo per ordine, l’apparato urinario è costituito dai RENI, organi fondamentali per la salute dell’individuo, con la funzione di depurare il sangue dai prodotti di scarto del metabolismo e dalle sostanze chimiche introdotte (come i farmaci), ma anche di  mantenere l’equilibrio dei liquidi circolanti  e i valori della pressione arteriosa. Il prodotto finale è l’urina che attraverso gli URETERI (si chiamano così i 2 piccoli “tubi” di collegamento) giunge in VESCICA dove si accumula e viene periodicamente eliminata all’esterno attraverso l’URETRA nel momento in cui compare il bisogno di urinare. L’apparato urinario, nella persona sana, può lavorare  “silenziosamente” per tanti anni senza dare segni della sua presenza se non per la periodica necessità di svuotare la vescica, purtroppo, col passare del tempo, anche in assenza di specifiche patologie, reni e vescica vanno incontro a modificazioni in senso peggiorativo della loro funzionalità e, come se non bastasse, anche la PROSTATA … ci si mette di traverso.      Nel paziente anziano i reni tendono a diminuire di volume e contemporaneamente diminuisce la loro capacità di “ripulire” il sangue con ripercussioni sullo stato di salute: ridotta risposta agli stress, alle infezioni, instabilità dei parametri di laboratorio, sbalzi pressori,  facilità alle intossicazioni. A questo proposito è fondamentale per il medico usare cautela nella prescrizione del trattamento farmacologico, poiché il rene (insieme al fegato) ha il compito fondamentale di smaltire correttamente i farmaci assunti con la terapia. E’ facile quindi comprendere come nel paziente anziano, a fronte di una  ridotta funzione renale,  un carico di farmaci eccessivo possa determinare un aumento degli effetti collaterali  e complicazioni anche gravi per la salute. Ecco alcuni esempi: un tipico rischio,  che il medico conosce bene, deriva dall’uso scorretto dei FANS ( sono gli antinfiammatori usati per il dolore articolare),  questi farmaci possono ridurre la produzione di urina con conseguente aumento della pressione arteriosa e in alcuni casi addirittura causare  uno scompenso cardiaco acuto; altra situazione molto comune riguarda l’anziano che deve sottoporsi ad un esame radiologico con mezzo di contrasto: in questi casi è “obbligatorio” valutare prima la funzione renale per essere sicuri che al termine dell’esame il paziente riesca a eliminare completamente la sostanza somministrata in vena.    Passando alle “basse vie urinarie”,  anche la vescica, col passare degli anni, perde progressivamente la sua elasticità con conseguenti modificazioni delle fasi di riempimento e svuotamento, inoltre, la presenza di ipertrofia prostatica nell’uomo o di un abbassamento dell’utero (prolasso) nella donna, contribuisce, agendo all’esterno della parete vescicale, ad ostacolarne la funzionalità. I sintomi sono di vario tipo e gravità, si va dal bisogno di urinare con maggior frequenza, all’esigenza di alzarsi spesso di notte  per andare al bagno, alla difficoltà ad iniziare la minzione a causa di un getto urinario debole, fino all’incontinenza urinaria con necessità di utilizzare il pannolone. Spesso l’anziano per pudore tende a rimandare il momento della visita medica e nel frattempo sperimenta un netto peggioramento della propria qualità di vita. E’ importante, invece, sottolineare come questo tipo di disturbi non debbano essere considerati come un inevitabile fardello dell’età avanzata dal momento che esistono numerose terapie, sia mediche che chirurgiche, in grado di alleviare i sintomi e restituire il paziente a una vita di relazione ottimale, ma non solo, a volte semplici consigli rivolti allo stile di vita possono dare effetti insperati: eliminare alcol e cibi piccanti, ridurre l’introito di liquidi nelle ore serali,  evitare sforzi e attività fisiche che aumentino la pressione sui visceri addominali sono elementari accorgimenti da mettere in atto quotidianamente. Da non trascurare, infine, la possibilità di interferenze con la funzione vescicale da parte  delle terapie farmacologiche in corso (sempre numerose nell’anziano) e il rischio di sviluppo di infezioni delle vie urinarie favorite proprio dall’alterato svuotamento vescicale.    Nell’ambito degli inevitabili acciacchi che riguardano l’età avanzata quello del mancato controllo della funzione  vescicale  rimane uno dei più nascosti e  frustranti per il paziente, d’altra parte è pur vero che un intervento medico precoce e mirato è in grado molto spesso di correggere il difetto in causa così da restituire al paziente anziano la propria serenità e autonomia.

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