Cominciamo con una buona notizia: “A tavola non si invecchia” dice il proverbio, in effetti il nostro apparato digerente è in grado di mantenere le proprie funzioni nonostante il passare degli anni, e questo a differenza di altri distretti corporei come cuore, polmone e articolazioni che inesorabilmente riducono col tempo le loro prestazioni. Per fare un esempio una persona di settanta anni, senza particolari patologie, non potrebbe mai competere con un ventenne nella corsa, ma al momento dei pasti tornerebbe su un piano di parità. Anzi, proprio questa possibilità, in una persona avanti con gli anni, quando il senso della misura e la moderazione dovrebbero guidarne i comportamenti, è alla base di eccessi alimentari e conseguenti patologie come il diabete dell’anziano obeso. D’altra parte,nel caso del paziente anziano affetto da pluripatologie e ridotta autonomia personale, molto spesso l’attenzione si focalizza sull’apparato digerente più che sulle altre problematiche di salute a riprova che la qualità di vita percepita in tarda età viene fortemente condizionata dal mantenimento o meno delle funzioni digestive.
Fatta questa premessa, è pur vero che l’apparato digerente, col passare del tempo, va incontro a una serie di modificazioni che “possono” portare a uno stato di malattia tipico del paziente anziano. La perdita dei denti e la conseguente ridotta efficienza della masticazione associata a deficit della salivazione con ridotta percezione dei sapori portano spesso a una alimentazione monotona, ripetitiva, fino al paradosso del paziente anziano obeso ma malnutrito. Chi vive da solo tende spesso a consumare alimenti conservati, di facile preparazione, ma di scarso valore nutritivo. A livello gastrico la mucosa diviene atrofica, la ridotta secrezione di acido cloridrico facilita la contaminazione batterica dell’intestino tenue responsabile di malassorbimento e aumenta il rischio di emorragia nel caso di terapia cronica con aspirina o farmaci antinfiammatori. In altre parole una dieta equilibrata con pasti vari e ben presentati rimane fondamentale per mantenere il benessere fisico e psichico della persona anziana. Sono da preferire i cibi “freschi” ricchi di vitamine, metodi di cottura semplici senza aggiunta di grassi e … naturalmente un buon apporto di liquidi! L’anziano tende a ridurre l’assunzione quotidiana di acqua per svariati motivi: mancanza della sensazione di sete, paura dell’incontinenza urinaria o di “gonfiarsi”, problemi di deglutizione (disfagia per i liquidi), alterazioni dello stato di coscienza, e così via. Soprattutto nella stagione estiva, quando le elevate temperature ambientali aumentano la dispersione dei fluidi corporei, non è raro trovare anziani con sintomi vari (cefalea, apatia, stordimento) tutti riconducibili a uno stato di disidratazione e prontamente risolvibili con l’apporto di liquidi. La parte di intestino che inizia dopo lo stomaco (intestino tenue) ha la funzione di assorbire gli alimenti una volta “trattati” dall’azione della bile, succhi pancreatici ed enzimi digestivi. Lo scopo finale è il mantenimento del bilancio energetico dell’organismo, fondamentale a questo proposito è un adeguato afflusso di sangue alle anse intestinali, se questo viene a mancare per processi di aterosclerosi locale o generalizzata, il paziente potrà riferire da una semplice sonnolenza post-prandiale fino a intensi dolori addominali su base ischemica in fase digestiva con conseguente rifiuto del cibo.
L’ultimo tratto dell’apparato digerente (colon) risente maggiormente dei cambiamenti di dieta e stile di vita tipici dell’età avanzata, tutto sembra concorrere a determinare quel quadro di distensione addominale cronica ( “mi sento gonfio…” ) e stipsi tanto comune da osservare quanto difficile da trattare. Numerosi sono i fattori in gioco: scarso apporto di liquidi, diminuita assunzione di alimenti ricchi di fibra, ridotto tono muscolare addominale, attività fisica assente, terapie ad effetto costipante come molti psicofarmaci ed infine lo stesso abuso di lassativi causato dal pregiudizio molto comune sulla “puntualità” delle evacuazioni. Nella persona anziana, per altri versi sana, il colon, per assolvere alle sue funzioni, ha solo bisogno di tranquillità nell’ambito di una dieta e uno stile di vita corretti in cui l’utilizzo dei lassativi avviene solo occasionalmente. In conclusione si può dire che le cure rivolte a preservare e migliorare le funzioni digestive, pur non riguardando organi “vitali” come il cuore o il cervello, rimangono fondamentali per assicurare al paziente anziano il mantenimento del proprio stato di benessere psico-fisico.
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