Lo Sviluppo comunicativo e linguistico del bambino
Lo Sviluppo comunicativo e linguistico del bambino
A differenza di quanto si può credere, il neonato ha la capacità di entrare in relazione con l’adulto fin dai primi giorni di vita, con i suoi modi e tempi, che il genitore deve essere in grado di riconoscere.
Il contatto visivo, i vocalizzi, le reazioni motorie, le pause in attesa della risposta dell’adulto, sono iniziali modi per instaurare una comunicazione con l’altro. Ciò accade perché “I bambini normali vengono al mondo con la motivazione e la capacità per cominciare a stabilire un’immediata relazione sociale con chi li cura” (Volkmar et al., 1997). Vi è pertanto una vera e propria “predisposizione” alla comunicazione.
Lentamente quelle modalità che all’inizio sono solo “abbozzate”, si affinano sempre di più per lasciare posto alla produzione di parole, che pian piano sostituiscono i gesti e che, combinate tra loro, danno origine alle frasi.
Un bambino che segue uno sviluppo linguistico tipico, se a 12 mesi è in grado di produrre qualche parola, già a 18 mesi ne produce 50 circa, con le quali può iniziare le prime combinazioni di parole.
Da qui sarà un’evoluzione di tipo esponenziale che porterà il bambino a padroneggiare, alla soglia dei 3 anni, un repertorio di oltre 500 parole.
Sempre più frequentemente si sente parlare di bambini che, oltrepassata la soglia dei 18 mesi “non parlano” o dicono poche parole. Spesso è necessaria una valutazione multidisciplinare (neuropsichiatra infantile, psicologo, neuropsicomotricista) per avere un quadro esaustivo dello sviluppo globale del bambino e per escludere altre cause alla base del ritardo o dell’assenza di linguaggio.
Dopo aver escluso altre possibili condizioni patologiche ed eventuale presenza di ipoacusia, attraverso visita otorinolaringoiatrica e specifici esami (audiometria comportamentale, ABR), è consigliata la presa in carico logopedica, evitando di aspettare il famoso compimento dei 3 anni di età, come invece viene spesso consigliato.
Già prima dei 3 anni infatti si può avviare un percorso logopedico non solo con il bambino, ma anche con la famiglia, le cui condotte relazionali e comunicative nei confronti del piccolo diventano di fondamentale importanza per lo sviluppo linguistico dello stesso. La logopedia, soprattutto nelle prime fasi, ha il compito di “modificare” un eventuale stile comunicativo errato, fornendo consigli utili su come relazionarsi con il bambino.
Articolo a cura dellla logopedista dott.ssa Paola Vitali – (Scopri di più sullo specialista)
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