Il timore di perdere la propria autosufficienza negli anni futuri costituisce attualmente sempre più spesso motivo di consultazione del proprio medico da parte del paziente anziano, l’accresciuta sensibilità sociale verso queste problematiche è testimoniata dalla recente legge sul biotestamento e dallo scalpore suscitato da numerosi fatti di cronaca (emblematica la vicenda di Eluana Englaro). Nella società attuale, affetta da carenza cronica di valori e caratterizzata dalla ricerca della massima efficienza e produttività, la prospettiva di dover trascorrere una buona parte della propria vita alle dipendenze di altri per le proprie esigenze fisiologiche spaventa più dei disagi dovuti alla patologia in atto o all’idea stessa della morte. In termini medici la non autosufficienza viene diagnosticata quando il paziente non riesce a compiere da solo una o più delle cosiddette “attività della vita quotidiana”: (in estrema sintesi : lavarsi, vestirsi, mangiare, spostarsi, utilizzare i servizi igienici). In questi casi, a parte il contributo dell’elemento umano costituito dal familiare o dal personale di supporto che rimane imprescindibile, il Servizio Sanitario Nazionale fornisce al malato una serie di dispositivi detti “ausili” proprio perché in grado di ridurre i disagi e “aiutare” il paziente in questa delicata fase della vita. A proposito dei disturbi dell’alimentazione, si dice a volte “semplice come bere un bicchier d’acqua” eppure proprio questa operazione diviene impossibile nei pazienti affetti da disfagia condizione abbastanza frequente nelle patologie neurodegenerative progressive come l’Alzheimer, l’utilizzo di addensanti (acqua gel e simili) permette di facilitare i meccanismi della deglutizione e rinviare nel tempo l’uso del sondino naso-gastrico per alimentare il malato. Il problema dell’incontinenza urinaria, responsabile di isolamento sociale e ridotta qualità di vita, interessa molti pazienti anziani, questi ultimi possono beneficiare della fornitura periodica (a domicilio!) di un determinato quantitativo di “pannoloni” semplicemente su segnalazione del Medico Curante rinnovabile ogni anno. Molto più ampio è il panorama dei possibili aiuti per il deficit di movimento, in questi casi si va dalla prescrizione di un semplice deambulatore che assiste il paziente negli spostamenti sia dentro che fuori dal proprio domicilio, fino alla fornitura di carrozzine ortopediche, letti attrezzati, sollevatori e materassino antidecubito per la prevenzione delle ulcere da immobilità forzata. Nel caso di pazienti incapaci di muoversi e quindi ad alto rischio di lesioni da decubito, la fornitura del materassino avviene direttamente dopo richiesta del Medico Curante, nelle altre situazioni è necessaria una valutazione specialistica, se necessario domiciliare, per individuare il tipo di ausilio più adatto per quel determinato paziente, ovviamente ogni provvedimento in favore di pazienti anziani non autosufficienti dipende da disposizioni di legge regionali e deve fare i conti da un lato con la crescente richiesta da parte dei malati e delle loro famiglie e dall’altro con le risorse economiche disponibili. La normale procedura per ottenere un ausilio dalla ASL (ad esempio una carrozzina ortopedica) inizia con la visita di un medico specialista (dipendente o convenzionato) abilitato alla prescrizione di protesi per la propria area di competenza, viene compilato un piano riabilitativo assistenziale in cui risulta la patologia e il grado di invalidità riconosciuto, segue la richiesta di autorizzazione alla ASL e il “collaudo” finale da parte dello specialista. Si tratta di un iter burocratico piuttosto complesso ma volto a evitare abusi e prestazioni non dovute, d’altra parte bisogna anche riconoscere che in caso di situazioni critiche come quelle dei pazienti appena dimessi dall’ospedale o comunque in condizioni precarie di salute esiste la possibilità di erogare le prestazioni di tipo riabilitativo e i relativi ausili in maniera rapida e efficace. Un ultimo cenno meritano infine gli ausili forniti dal Sistema Sanitario Nazionale per i deficit uditivi e visivi , nelle fasi avanzate della vita è molto comune un indebolimento della vista o dell’udito che in varia misura può condizionare pesantemente la vita di un paziente anziano per altri versi in discreto compenso, protesi acustiche e ingranditori sono ausili costosi ma fondamentali per recuperare i contatti sociali e mantenere una vita di relazione adeguata. Restituire autonomia e dignità alla persona con problemi di non autosufficienza rimane, in conclusione, l’obiettivo principale di ogni provvedimento sanitario che fornisca un ausilio al paziente, sarà poi compito di quest’ultimo o dei familiari impegnarsi per un corretto utilizzo nel rispetto delle regole e delle risorse che la società civile mette a disposizione
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